PELLICOLA e DIGITALE

PELLICOLA E DIGITALE

meglio insieme che combattersi

Fonti:

http://www.atic-ntc.org/Approfondimenti/Pellicola%20o%20Digitale.pdf

http://www.mymovies.it/film/2012/sidebyside/

se vuoi girare qualcosa di veramente bello emozionante che attragga l’attenzione delle persone e le faccia emozionare ma anche pensare, non puoi che girare in pellicola… la pellicola stabilisce un legame con il pubblico, i colori sono intensi, caldi e naturaliTed Royer, direttore creativo esecutivo.

II documentario diretto da Christopher Kenneally, Rivoluzione Digitale, si presenta come una molteplicità di storie d’amore che hanno come partner la pellicola: c’è chi non riesce a staccarsene perché la trova insostituibile e spera che l’avvento del digitale su così vasta scala non ne decreti la scomparsa definitiva, c’è chi l’ama ancora ma sarebbe anche disposto a separarsene per andare in cerca di nuove ed entusiasmanti avventure e poi c’è chi non vedeva l’ora di rompere la relazione ed ora si sente davvero libero.

Sono molti, ormai, i grandi registi che hanno lasciato la pellicola per le riprese in digitale. Non si può negare che il digitale richieda minor passaggi nella post-produzione, comportando così un abbassamento dei costi e che la qualità delle immagini sia arrivata molto vicino a quella della pellicola, ma essa mantiene ancora quel qualcosa in più che al digitale per averlo, gli ci vorranno ancora parecchi anni.

La differenza sta chiaramente nella formazione dell’immagine: una generata elettronicamente e l’altra da un processo ottico-chimico. Di fatti lo scorrimento della pellicola da un effetto visivo che rende l’immagine meno reale che quella data dal’ elettronico: la pellicola ha una grana sempre diversa perchè i granuli d’argento sono sempre in posizioni diverse, mentre i pixel sono sempre uguali.

Il termine qualità dell’immagine è comunemente usato per descrivere la straordinaria capacità della pellicola di trasmettere stati d’animo, emozioni, e di dare vita alla storia.

Nella pellicola, l’immagine risulta più distante rispetto a ciò che solitamente vediamo con i nostri occhi, ciò la rende più interessante, più evocativa e, stranamente, ci sembra più reale.

La pellicola ha più sfumature e gradazioni cromatiche che gli danno maggiore tridimensionalità rispetto al digitale. Quando si gira su pellicola, anche se l’esposizione è leggermente imperfetta, i colori saranno sempre riprodotti fedelmente. La pellicola è stata progettata in modo da mantenere neutralità sull’intera gamma di esposizione nonché per riprodurre colori ricchi e saturi, e per quanto riguarda i volti permette una magnifica riproduzione degli incarnati, che risaltano per la loro naturalezza.

L’immagine ha una pastosità, un contrasto, una consistenza di luci e ombre, dai neri più intensi ai bianchi più puri che passano per tutte le tonalità intermedie, abilmente usate per evocare emozioni, e una fluidità che un immagine digitale non può dare ne replicare (ancora).

Il digitale, viceversa, è realistico, crudo e più vicino al reale ma in confronto a un immagine su pellicola ci sembra finto, l’immagine risulterà poco indessicale, perchè già di suo metterà tutto sullo stesso piano.

I contorni degli elementi all’interno dell’immagine sono più definiti e crudi: più simili a quelli di un’ immagine data dal nostro occhio.

È il cervello a rendere l’immagine dei nostri occhi maggiormente simile a quella su pellicola perchè la riempie di contenuti.

Più il digitale è perfetto, più verrà restituita un immagine cruda, mentre le immagini in pellicola restituiscono un senso di profondità e valore che danno una potenza espressiva (che ha già di suo) e un senso molto superiore che il digitale tende a standardizzare.

La pellicola riesce ad attrarre il pubblico e far sì che mentre vede le immagini provi anche delle emozioni. Si allontana dalla realtà e va nel mondo onirico dove i sogni non hanno niente di realistico.

Il dibattito sulla risoluzione di certi dispositivi di acquisizione delle immagini è stato creato per generare confusione, di certo il 4k non caratterizza la qualità delle immagini. Il sensore Bayer, attorno al quale spesso ruotano le affermazioni sull’acquisizione digitale 4k, non acquisisce immagini a 4k, ma produce pixel a 4k che sono suddivisi tra rosso, verde e blu. Il fotogramma della pellicola 35mm nel momento in cui viene scansionata a una risoluzione di 4k: produce 4k di rosso, 4k di blu e 4k di verde. Tutti non compressi e questo vuol dire molte più informazioni.

Molti pensano di poter correggere o addirittura ri-creare in post-produzione, ma non è possibile correggere o creare ciò che non è stato acquisito. Non si possono recuperare informazioni o dettagli persi ai limiti di esposizione. È costoso rimediare ad informazioni perse o pixel mancanti, quando l’acquisizione è digitale.

Spesso si dice che la pellicola e il digitale sono in concorrenza tra loro, mentre la realtà è che si sposano bene tra loro: i continui progressi nella tecnologia della pellicola le hanno permesso di continuare ad essere lo standard per la qualità della immagini, allo stesso tempo l’evoluzione delle tecniche di post produzione migliorano le potenzialità della pellicola: elimina da diversi fastidi, come lo sfarfallio, la definizione scarsa, l’usura della stessa, la sporcizia etc…

Quindi al posto di considerare la pellicola un oggetto obsoleto solo perchè è stata creata un tecnologia che svolge il suo stesso compito ma con risultati diversi (non peggiori, diversi) sarebbe meglio far coesistere i due supporti senza competizione per ottimizzare i costi e ottenere le immagini migliori a seconda del risultato voluto.


Leave a comment